mercoledì 17 marzo 2010

Lady Diana, il mistero continua





Secondo il giornalista John Morgan, l’uomo che guidava l’auto in cui morirono Lady Diana e Dodi Al-Fayed era completamente sobrio.
Questo il dato più rivelatorio che sembrebbe uscire dalle indagini condotte da Morgan, giornalista australiano che negli ultimi anni ha raccolto una grande mole di prove per avvalorare una tesi che fino ad oggi solo gli appassionati di cospirazionismo osavano avvalorare: la morte di Diana Spencer, ex moglie del Principe Carlo, non sarebbe dovuta alla negligenza di un autista in stato di ebbrezza.

Il suo nuovo libro, Diana Inquest: The untold story, in Inghilterra è già un caso editoriale. All’interno Morgan espone le prove indiscutibili (a suo dire) che qualcosa è stato nascosto. Una su tutte: il sangue sul quale sono state condotte le analisi per il tasso alcolemico non sarebbe quello dell’autista Henri Paul, ma di un corpo anonimo. Morgan addirittura parla di una foto dell’obitorio dove si intravedono campioni di sangue giá prelevati, mentre il corpo di Paul sarebbe ancora da sottoporre ad autopsia.

“Se provate a mettere insieme i pezzi di questo enorme e complesso mosaico di prove, vi accorgerete che siamo di fronte a una persona morta che é stata incastrata” ha dichiarato John Morgan, come ha riportato in questi giorni il giornale britannico Daily Express.

Il libro di Morgan (il terzo di una quadrilogia sull’argomento) sta sollevando un vespaio oltremanica, e se le prove che ha raccolto si rivelassero autentiche lo scandalo potrebbe arrivare a far tremare le gambe del trono inglese. Tuttavia, non è certo la prima volta che si leggono teorie cospirazionistiche sulla morte di Lady Diana. Lo stesso Mohamed Al-Fayed (padre del defunto Dodi) ha più volte sostenuto che il Principe Carlo e il Principe Filippo fossero coinvolti nella morte dei due amanti e che il giorno dell’incidente (il 31 agosto del 1997) Henri Paul non fosse affatto ubriaco.

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